Da tempo osservo ed ascolto il Santo Padre, dal suo insediamento al soglio papale fino ad oggi e trovo molti aspetti del suo pontificato stridenti con quello che io ritengo “il pensare e l’agire spiritualmente cristiano”; forse le aspettative nei confronti di Papa Bergoglio da parte mia (pur non essendo il sottoscritto uno “stinco di santo”) e dagli altri autori del sito, sono troppo elevate rispetto allo spessore del Santo Padre il quale appare assai poco incline alla manifestazione e all’esaltazione della spiritualità e anche poco coraggioso nel proclamare la forza del Cattolicesimo contro i grandi poteri della terra… Papa Francesco appare, a noi come a molti altri che lo criticano, decisamente contraddittorio in molte scelte, capo temporale di una istituzione Chiesa e di uno stato Vaticano che presentano molte troppe ombre…
Soprattutto, la mancanza di coraggio e di fermezza mi (e ci) toglie lo sguardo sereno verso il nostro pastore: ritengo che l’adesione al credo di Cristo porti il cristiano a non confondere il proprio pensiero e il proprio agire con quello del mondo rischiando magari di amalgamarsi passivamente ad esso o di perdere la propria identità o di conformarsi al pensare e agire laico del mondo : anche quando questo pensare e questo agire vengono da uomini retti e dotati di profondo senso civico, il cristiano dovrebbe mantenere una identità forte, non necessariamente in contrapposizione agli altri bensì concorde con altri uomini di buona volontà, ma pure sempre fedele a sè stessa e, se necessario, coraggiosamente e apertamente controcorrente.
Il Cattolicesimo che ci è stato insegnato…
Per ciò che abbiamo appreso dalla dottrina ricevuta e per quello che è, pur nelle nostre fragilità e contraddizioni, il nostro sentire cristiano, la fede in Gesù (come, del resto, qualsiasi fede religiosa) va oltre il comune buon senso, il sentire civile del mondo per quanto positivo e pacifico… è una adesione piena, che mette al primo posto il messaggio di nostro Signore il quale si riassume fondamentalmente in un unico comandamento: l’amore. Il credo cristiano cattolico può essere affine ai buoni propositi della società tuttavia esso non è una ideologia, tanto meno un qualsiasi programma di buone intenzioni esistenziali… Cristo è amore e come ogni rapporto d’amore, vive di esclusività: tale esclusività non è sinonimo di negazione degli altri e dei vari ambiti del vivere, anzi, amore significa aprirsi al prossimo e a tutto il mondo ma Cristo, che ci dona la salvezza, va sempre al primo posto.
Se Cristo è per noi al primo posto, se Cristo è per noi l’unico e vero Dio, il Cattolicesimo è per noi la vera e unica religione e le altre religioni sono altri diversi tentativi di raggiungere la Verità che però è solo e soltanto quella annunciata dal nostro Salvatore… Vi sembra questo un ragionamento arrogante o politicamente scorretto? No, secondo chi vi scrive !! E’ semplicemente essere fedeli e in tal visione, anche il politicamente corretto viene dopo la proclamazione del messaggio di Gesù come unica verità. A mio e nostro avviso, non è necessario, per il quieto vivere o per non rischiare di offendere la sensibilità degli altri, porre il Cristianesimo sullo stesso piano delle altre religioni così da apparire corretti, non arroganti, gente di pace…. non è necessario perchè il cristiano ha come messaggio essenziale del proprio credo l’amore verso gli altri, non l’imposizione arrogante del proprio credo, bensì l’accettazione amorevole di tutti, cristiani o meno, ponendo tuttavia il Signore sempre al primo posto. Quindi proclamare con forza la propria appartenenza a Gesù non significa usare violenza (fortunanatamente son finiti i tempi delle Crociate) bensì manifestare la propria identità con chiarezza distintiva…
Se Dio è al primo posto e il suo comandamento, l’amore, ci porta all’adesione completa a Lui (oltre che al prossimo), bisogna avere il coraggio di andare anche controcorrente, contro il sentire comune, contro la laicità, quando questi aspetti del mondo son contrari alla nostra fede… bisogna avere il coraggio di protestare anche contro la legge dello stato o degli stati quando questa non ci permette di esprimere il nostro credo o peggio offende la nostra fede.
In questi e molti altri aspetti del Cristianesimo Papa Francesco, per essere il Santo Padre, mi è sembrato spesso “poco pastore” e poco coraggioso soprattutto verso i grandi poteri.
Di seguito alcuni di questi aspetti e vicende vengono poste all’attenzione del lettore, con l’augurio di trovare non sostenitori di sospetti e accuse nei suoi confronti quanto un costruttivo confronto e magari un conforto ai dubbi sulla validità di chi guida la Chiesa Cristiana dal 13 Marzo 2013, fermo restando che, a prescindere dai consacrati ministri di Dio e dal loro essere imperfetti in quanto uomini, è solo il Padre Celeste e il suo Verbo l’unica vera nostra speranza di salvezza a cui affidarsi totalmente e a cui far riferimento quando siamo confusi.
Il dockdown e la remissività del Santo Padre
Lo scorso 8 marzo 2020 il premier Giuseppe Conte firmava il Dpcm che prevedeva le misure di lockdown totale sull’intero territorio nazionale; come ben sappiamo, tra le restrizioni ci fu la chiusura delle chiese e la sospensione di tutte le celebrazioni…; tali misure rimasero in vigore fino alla cosidetta “fase due” che a partire dal 27 Aprile 2020 permise la riapertura di alcune attività e un progressivo allentamento delle disposizioni restrittive in essere fino ad allora…
Non vennero però incluse, tra le parziali riaperture, le chiese e le celebrazioni provocando una vivrante protesta da parte del mondo ecclesiastico, in particolare da molti prelati della CEI (Conferenza Episcopale Italiana). A questa protesta non si aggiunse quella del Santo Padre il quale, al contrario, invitò tutti ad adeguarsi alle disposizioni previste dai decreti legislativi, smorzando quindi il legittimo dissenso di chi sperava in una parziale riapertura dell’attività celebrativa.
Quando chi vi scrive parla di mancanza di coraggio di Papa Francesco si rifesce anche a episodi come quello appena descritto…
Ne parlai personalmente con il parroco del mio paese il quale diede una lettura della vicenda sensata e condivisibile: Papa Bergoglio viene da una nazione che ha conosciuto la dittatura e l’esperienza vissuta probabilmente ha creato nel Santo Padre la convinzione che, per evitare la sofferenza dei fedeli e dei cittadini tutti, per non incorrere in dolorose ritorsioni, per non creare inutili “contrasti”, è preferibile adeguarsi alle autorità politiche senza rinnegare la fede in nostro Signore. Questa è una visione dell’operato di Papa Francesco legittima ma un po’ accomodante: in primo luogo in Italia non è stata instaurata la dittatura (almeno – dico io – per ora e non ufficialmente) e poi per tutto il periodo del lockdown totale, quello disposto con il Dpcm dell’ 8 marzo, molte persone (come il sottoscritto) hanno continuato a svolgere una vita non totalmente segregata; infatti, tramite l’ utilizzo di certificazioni, mascherine e guanti, si è continuato a lavorare, ad andare a fare la spesa, in farmacia, ecc… Non era sensato usare le medesime modalità e precauzioni e riprendere già ad Aprile le celebrazioni e le funzioni religiose? E ancora, perchè si è così arrendevolmente accettato il limite di 200 persone in chiesa, anche quando il duomo di molti paesi permette di contenere un numero maggiore di persone pur garantendo il distanziamento sociale ?
Dunque, sono questi particolari che creano la delusione di chi si aspetta un Cattolicesimo più coraggioso e “virile”: l’assenza, soprattutto da parte dei consacrati, di una opposizione pacifica ma religiosamente forte nei confronti dei dettami politici e scientifici, fa nascere neanche tanto inconsciamente l’immagine di una fede, un Dio, una Chiesa che vengono dopo la scienza e la politica (la messa non è fondamentale e viene dopo il lavoro, il supermercato, ecc…), così da sopire nelle genti battezzate le già tenui fiammelle della fiducia totale nel disegno divino.
La controversa figura dell’Arcivescovo Vincenzo Paglia e le accuse di pedofilia ad alti prelati
Secondo molti contestatori dell’operato di Papa Francesco, nel corso del suo pontificato il Santo Padre ha fatto moltissime nuove nomine (in generale ai vari istituti vaticani e non solo), un numero di nomine di gran lunga superiore a quello dei pontificati precedenti al suo e molti hanno avuto l’impressione che le nuove nomine, oltre a provocare la sostituzione di figure che, fino ad allora, erano sembrate rette e capaci, avevano come protagonisti vescovi, arcivescovi e cardinali oggetto di veri o presunti scandali di varia natura, o comunque personaggi che non si erano dimostrati irreprensibili in precedenza.
E’ il caso, ad esempio, dell’Arcivescovo Vincenzo Paglia, che secondo il giornale La Croix, articolo del 17 giugno 2015, “è finito sotto inchiesta per associazione a delinquere, truffa ai danni del Comune di Narni, riciclaggio, falso ideologico, turbativa d’asta, esercizio abusivo del credito e appropriazione indebita. Accusa sostenuta dal Sostituto Procuratore Elisabetta Massini”, inchiesta del 2015, le cui accuse sono state archiviate. Nonostante questi precedenti, Papa Bergoglio l’ha nominato Presidente della Pontificia Accademia per la Vita e gran cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul Matrimonio e la Famiglia. A detta di osservatori vicino al Vaticano, mons. Paglia ha finito con introdurre in questi due istituti anche dei partigiani dell’aborto e dell’eutanasia.
Altri episodi discutibili son legati alla figura di mons. Paglia: la sua cristiana benevolenza ed accoglienza verso omosessuali e in generale tutti gli appartenenti all’ Lgbd, pur essendo accettazione conforme alla fede cristiana è apparsa spesso fin troppo accomodante… come in occasione di una domanda posta da un giornalista in merito alla partecipazione di coppie gay al sinodo sulla famiglia a Philadelphia del Settembre 2015 alla quale l’arcivescovo ha risposto: “nessuno è escluso”, apparsa come una apertura cristiana un po’ contradditoria… Molte più polemiche son sorte in relazione al commissionamento di un grande affresco di ispirazione omoerotica nel cuore della sua Cattedrale di Terni:
l’affresco è stato eseguito da un artista gay argentino, Ricardo Cinalli, fino a quel momento sconosciuto ai più e rappresenta una Resurrezione post-moderna, dominata dalla figura di Cristo che sale al cielo tirandosi dietro due reti cariche di figure umane nude o seminude, con diverse figure di omosessuali e trans. Lo stesso autore Cinalli sottolinea il carattere omoerotico dell’opera, “tutto perfettamente accolto e accettato dal vescovo Paglia”, che ha seguito passo passo la realizzazione dell’opera insieme al sacerdote responsabile della cultura in diocesi, don Fabio Leonardis, che appare nudo all’interno di una rete insieme ad altri personaggi “dall’aspetto erotico”… Cinalli tiene a precisare che “l’intenzione è erotica, non sessuale”. “Meno male” hanno commentato molti con sarcasmo: sotto la supervisione di Paglia, Cinalli ha dipinto anche il vescovo stesso in una delle reti, semi-nudo e stringendo un uomo barbuto con indosso solo un lenzuolo… Polemiche a non finire poi anche per l’evidenza dei genitali di Cristo che traspaiono evidenti dal telo che lo ricopre. Anche questo particolare, spiega Cinalli, ha trovato il consenso del vescovo perché – avrebbe detto – “Gesù è una persona, un umano”, e quindi si “vede attraverso il tessuto che era un uomo reale”. “Che genio e che sapere filosofico, morale e artistico ha dimostrato e dimostra questo vescovo Paglia di Santa Romana Chiesa” hanno ancora velenosamente sentenziato cristiani consacrati e fedeli comuni. In effetti per duemila anni la Chiesa non ha mai dubitato della natura umana di Gesù senza dover ricorrere a certe visioni smisurate…
A parte le vicende di mons. Paglia, altro triste, sconfortante, a tratti drammaticamente doloroso capitolo che alimenta le proteste anti bergogliane è quello legato alla nomina in ruoli di varia portata nelle istituzioni vaticane ed ecclesiastiche di vescovi e cardinali accusati di essere esplicitamente coinvolti in scandali sessuali soprattutto legati all’ omosessualità e, peggio, alla pedofilia… insinuazioni o chiare accuse, che a volte trovano dolorosa lacerante conferma come nei casi degli ex porporati Keith Patrick O’Brien e Theodore McCarrick oppure decadono come nel caso del cardinale australiano George Pell…. Penso sia superfluo dichiarare quanto simili notizie gettino nell’amarezza, nello sconforto e nell’indignazione l’anima di un cristiano che abbia fede nella Chiesa. Molte di queste vicende, con dovizia di nomi e circostanze, vengono descritte (e mediaticamente denunciate) da molti tra cui il prof. esperto di meditazione Marco Cosmo, con il suo blog e canale di youtube Decimo Toro; Marco Cosmo appare come uomo dotato di profondo e acuto spirito di osservazione, guidato dall’indomabile desiderio di verità ma anche di indole battagliera, uomo senz’altro pacifico dotato di grande umanità ma per nulla docile ed allineato, pronto a definire Papa Francesco come “il falso papa, massone e comunista”…; per chi volesse approfondire, vi invitiamo a visitare il suo canale.https://www.youtube.com/watch?v=VGmI6qL9Ay8
Chiesa, Vaticano, Massoneria
La massoneria è un’associazione su base iniziatica e di fratellanza morale che si affermò in Europa e nel mondo propugnando una cultura umanitaria. Se ne dà una sua costituzione più formale ed ufficiale, in epoca moderna, a Londra, in Inghilterra, nel 1717,come unione di associazioni ed organizzazioni gerarchiche di base, dette “Logge”. Il nome deriva dal francese maçon, ovvero “muratore” legato alla storia delle Corporazioni di liberi muratori (free-masons) medievali, e dalle quali ricavò gli stessi suoi simboli del mestiere, come la livella, il regolo, la squadra, il filo a piombo o il compasso. Il simbolo stesso della massoneria fu poi formalmente definito nei soli strumenti di squadra e compasso. Spesso, nel simbolo è presente anche una grande lettera “G”, con varie interpretazioni, tra le quali il significato di Great Architect (Grande Architetto) oppure di God (Dio), ma può essere interpretata anche come Geometria. La massoneria ufficiale dichiara di non avere barriere etniche, religiose, ideologiche e politiche, per effetto delle antiche regole stabilite nelle Costituzioni dei liberi muratori del 1723 e alle quali tutte le istituzioni massoniche del mondo fanno riferimento, anche se con alcune differenze dovute a tradizioni locali e storiche. Sono inoltre solitamente discriminate le donne. Si riscontrano alcune caratteristiche comuni a tutte le istituzioni massoniche mondiali, che possono essere sintetizzate nelle seguenti:
- Il suo scopo ultimo è il miglioramento dell’uomo e dell’umanità.
- L’istruzione del massone per mezzo di simboli basati sugli strumenti dei muratori.
- L’accettazione in una loggia attraverso una cerimonia di iniziazione.
- L’organizzazione di perfezionamento graduale, in cui i gradi di Apprendista, Accettato o Ammesso (o Introdotto) (A.A./ A.I.), Compagno di Mestiere (o d’Arte) (C.d.M./C.d.A.) e Maestro Muratore o Massone (M.M) sono comuni a tutti i sistemi massonici.
- Il suo carattere confidenziale e discreto, anche se in certi tempi e luoghi, si manifestò con modalità di segretezza.
La massoneria promuove tra i suoi aderenti la ricerca incessante della verità per realizzare la fratellanza universale del genere umano (da Wikipedia).
All’apparenza, quindi, la massoneria sembra una istituzione positiva che persegue fini umani e costruttivi ma è pressochè di comune dominio il fatto che da molto tempo, in molte circostanze e ancora nei tempi attuali, molte logge massoniche, di fatto, si son trasformate in associazione segrete di grande forza politica e soprattutto economica che perseguono obiettivi rivolti al mantenimento ed incremento del loro enorme potere, rendendosi colpevoli di trame ed azioni tutt’altro che umanitarie. Inoltre, nonostante l’assunzione da parte della massoneria di molti simboli ebraici e cristiani (oltre che dell’antico Egitto), la promozione della ricerca della verità nei suoi adepti prevede spesso l’esclusione e la negazione di Dio. Ecco perchè già nel 1738 Papa Clemente XII con lettera apostolica “In Eminenti” colpì gli aderenti alla Massoneria con la scomunica, la prima di una lunga serie di condanne, ribadite fino al 1983, sotto il pontificato di Beato Papa Giovanni Paolo II. Ed ecco perchè persino San Pio X da Pietralcina aveva incaricato Don Villa di salire al Nord, a Roma perchè disse : “la massoneria è già arrivata alle pantofole del papa !!”… Tant’è che molti prelati (anche di alto livello) fecero parte della Massoneria, come il cardinale Agostino Casaroli il cui nome apparve nella lista contenente i 121 nomi di ecclesiastici presunti massoni, lista pubblicata in concomitanza all’elezione di papa Giovanni Paolo I, dalla rivista «OP Osservatore Politico» di Mino Pecorelli, ucciso (!!! ) il 20 marzo 1979.
Ma con il pontificato di Papa Francesco qualcosa sembra mutare… tanto che appare nel Sole24ore del 14 febbraio 2016 un articolo del cardinale Gianfranco Ravasi dal titolo : “Cari fratelli massoni”; un’apertura al dialogo con la massoneria, ma certo, l’articolo e le modalità di apertura creano non solo una frattura con la tradizione ma lasciano spazio a molte ambiguità, mai chiarite e mai risolte… e tutto questo, naturalmente, alimenta le insinuazione di “influenza” della massoneria sul Vaticano o persino sulla figura del Santo Padre. Anche su tale tema, il già menzionato prof. e youtubber Marco Cosmo col suo blog Decimo Toro, riserva una consistente trattazione attraverso video e letture di articoli di vari autori su varie testate giornalistiche on-line.
I vergognosi scandali economici del Vaticano, le trame segrete dei poteri degli alti prelati.
Ultimo di una lunga (e vergognosa) serie di scandali economico – finanziari in Vaticano, è la vicenda del cardinale Angelo Becciu. Il rapporto tra l’aspetto patrimoniale e finanziario (in breve: i soldi) e lo stato pontificio è da sempre contradditorio con il messaggio cristiano… si pensi allo scandalo del crack del Banco Ambrosiano negli anni ’70 in cui era coinvolto lo IOR nella figura dell’arcivescovo americano Paul Casimir Marcinkus, personaggio deplorevole, appartenente alla massoneria, fondatore nelle Bahams del Banco Ambrosiano Overseas con l’allora presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi, appartenente alla loggia P2, tanto che nel consiglio di amministrazione del suddetto Banco A. Overseas figuravano Sindona e Gelli (il nome di Marcinkus viene citato anche negli scandali legati alla morte di papa Giovanni Paolo I, della sparizione di Manuela Orlandi e di abusi sessuali su giovani seminaristi)… oppure si pensi a quando, nel 2008, l’economista banchiere Ettore Gotti Tedeschi venne chiamato dal Segretario di Stato cardinale Bertone per occuparsi della gestione finanziaria del Governatorato in Vaticano i cui bilanci erano in rosso per 15 milioni di euro e nel 2009 venne nominato presidente dell’Istituto per le Opere di Religione allo scopo di rendere più cristallina e meno fallimentare la gestione finanziaria di tali enti salvo da lì a poco, nel Settembre 2010, trovarsi coinvolto in una indagine della Procura di Roma legata ad operazioni sospette rilevate dalla Banca D’Italia, vicenda per la quale nel Maggio del 2012 venne ingiustamente sfuduciato all’unanimità (quale responsabile del presunto reato) dal Consiglio di Sovrintendenza dello IOR, per poi, appunto, risultare assolutamente estraneo ad ogni responsabilità!!
Scandali vergognosi, che ci indignano profondamente in quanto da un lato il Vangelo ci esorta alla sobrietà materiale, al distacco dalla seduzione del denaro e del possesso della ricchezza, sempre dallo stesso lato ottimi sacerdoti parroci in tutta Italia (e non solo in Italia) fanno “miracoli” per far fronte alla gestione delle parrocchie con disponibilità esigue e con le offerte dei fedeli e, ancora, mentre il Santo Padre nell’enciclica ultima “Fratelli tutti” (che confonde molti fedeli) arriva quasi ad auspicare l’abolizione della proprietà privata e poi nell’ Angelus del 18 Ottobre 2020 proclama : “Le tasse vanno pagate”… dall’altro lato il Vaticano sperpera somme enormi affidandole a faccendieri immorali e truffatori, a finanzieri che agiscono in operazioni di distribuzione ed investimento di tali immensi capitali che nulla hanno di “santo e cristiano” e per i quali è legittimo chiedersi quanto tutto ciò avvenga all’insaputa dei vertici della nomenclatura ecclesiastica e persino del papa, in particolare oggi di papa Franceso. Per questo e molti altri temi legati alla Chiesa e al Santo Padre, consiglio di leggere ed ascoltare il giornalista e saggista Aldo Maria Valli, che è dotato di un obiettivo ed equilibrato sguardo da autentico credente cattolico.
Come dicevamo, ultima vicenda scandalosa, legata agli aspetti economici, è quella legata al cardinale Becciu e alla manager Cecilia Marogna.
L’ accusa è di appropriazione indebita di fondi della Santa Sede: il cardinale avrebbe destinato, quando vescovo Sostituto della Segreteria di Stato, qualche centinaia di migliaia di euro ad una cooperativa della Caritas della diocesi di origine (gestita dal fratello di Becciu) per sostenere progetti per disoccupati ed immigrati mentre la manager Cecilia avrebbe utilizzato a fini personali per spese assai dubbie parte consistente dei fondi destinati alla sua attività di diplomazia parallela nei Paesi nordafricati e mediorientali.
Giuste quindi la perdita dei diritti del porporato da parte del cardinale Becciu promossa dal Santo Padre e l’arresto della manager da parte della Guardia di Finanza di Milano.
Tuttavia qualcosa non torna al fiuto dei più maliziosi: quanti scandali, sottrazioni, investimenti errati o discutibili si son verificati fin’ora tra le mura dei palazzi vaticani? Ne abbiamo parlato all’inizio del presente articolo… Come mai tanta e tale potenza sanzionatoria in questo caso? Si pensi ad esempio alle milionarie operazioni immobiliari londinesi… per le quali, a parte l’arresto e il rilascio del broker Gianluigi Torzi, a tutt’oggi nulla è stato così platealmente chiarito come, al contrario, in questa vicenda. Evidentemente, sostengono gli osservatori delle oscure trame del potere vaticano, la ghigliottina abbattutasi sul cardinale Becciu ha lo scopo di mostrare una azione di riparazione, di giustizia, di penitenza molto “social” che tuttavia vuole distrarre e quindi nascondere altri fatti e misfatti di portata inferiore, uguale o persino maggiore. Viene da chiedersi, ad esempio, come mai il Santo Padre disponeva di un conto discrezionale personale che è stato oggetto di svuotamento da parte degli investitori legati agli affari londinesi? Si rammenta che l’arcivescovo Angelo abbia condotto buona parte dell’operazione dell’acquisto del palazzo di Londra dove il Vaticano avrebbe perso molti soldi…. Vi veda che Becciu ha una consuetudine con i soldi e il potere, in Vaticano e non solo, consuetudine maturata in anni da protagonista ad alto livello, un “uomo della vecchia guardia” legato a incarichi quali, ad esempio, l’organizzazione della storica visita di Benedetto XVI a Cuba nel 2012 o le trattative del 2017 per risolvere una delle più grandi crisi dell’ Ordine di Malta, una crisi tutt’ora in corso e che forse ha un peso in questa come in altre vicende tutte da interpretare. Altre indiscrezioni vorrebbero Becciu punito severamente dal Santo Padre in quanto, per l’appunto, quest’ultimo scandalo è stato la goccia che ha fatto traboccare un vaso ben colmo, nel quale vi è contenuto anche una serie di scontri con il cardinale australiano Geoge Pell chiamato da papa Francesco a riformare le tribolate finanze vaticane ma subito coinvolto, il cardinale Pell, nella vicenda delle accuse di abusi sessuali… vicenda esplosa con un tempismo sospetto !!
Senza dilungarci troppo e perderci in enciclopediche inchieste sugli scandali economici finanziari vaticani e sull’intreccio (spesseo impenetrabile) di oscume trame di potere e di soldi, ci viene semplicemente (forse banalmente) da sperare che l’istituzione Chiesa Romana nella sua struttura temporale, lo stato Vaticano, si “converta” finalmente (e al più presto) ad una “sobrietà” e ad una rettitudine più affine al messaggio di nostro Signore Gesù Cristo.
Lo “schiaffo” di papa Francesco al cardinale Zen: subordinazione all’accordo Cina-Vaticano o strategia a protezione dei credenti cinesi?
Da “Il Messaggero” del 27 Settembre 2020 – articolo di Franca Giansoldati
…” Città del Vaticano – E’ riuscito a consegnare solo una lettera indirizzata a Papa Francesco per il tramite del suo segretario padre Gonzalo, poi ha aspettato fiducioso tre giorni in albergo. Alla fine il cardinale emerito di Hong Kong, Joseph Zen, 88 anni ma lucidissimo e determinato, davanti a tanto silenzio ha capito l’antifona e ha rimpacchettato la sua valigia ed è ripartito da Roma. Non se l’aspettava un trattamento tanto umiliante. Avrebbe voluto incontrare il pontefice per parlargli della situazione cinese e avere la possibilità di mostrargli che forse sarebbe meglio soprassedere al rinnovo dell’accordo ma non ne ha avuto modo. Papa Francesco di fatto lo ha ignorato, probabilmente per via dei troppi impegni concentrati a Santa Marta, tra udienze e incombenze da sbrigare. Zen ha spiegato ad alcune persone prima di riprendere l’aereo di avere sperato fino all’ultimo in una telefonata di convocazione. Ma niente da fare. Gli stava a cuore perorare la causa del nuovo vescovo di Hong Kong. La carica è vacante da oltre un anno e mezzo, sono stati fatti dei nomi, tra cui un sacerdote a suo parere molto titolato anche se ha ripreso quota la possibilità di nominare un prete di nome Peter Choi, apertamente filo cinese e, naturalmente, assai gradito al governo di Pechino. La nomina del vescovo di Hong Kong è un’autentica spina nel fianco per Papa Francesco. Ora le nomine dei vescovi in Cina (e anche nell’ex protettorato inglese) dipendono di fatto da una scelta condivisa su una figura che possa andare bene sia per Roma che per il governo comunista. Solo che l’ affare si sta facendo piuttosto complicato. Il cardinale Zen ha spiegato che il padre Choi spaccherebbe la comunità cattolica ancora di più di quanto non lo sia ora. Papa Francesco davanti al dilemma di Hong Kong continua a tacere, evitando di prendere posizione sulle violazioni dei diritti fondamentali che ormai sono in atto dopo l’entrata in vigore della legge sulla sicurezza, all’origine di tante proteste. Durante l’ultimo viaggio papale, interpellato dai giornalisti, il Papa ha persino paragonato i movimenti di protesta di Hong Kong ai Gilet gialli francesi, facendo un indiretto paragone tra la democrazia matura della Francia e il governo autoritario di Pechino. «La repressione? C’è anche in Francia» aveva sentenziato.”
Abbiamo riportato pari pari l’articolo da Il Messaggero perchè rende bene il dilemma irrisolto sul motivo del comportamento “crudele” di papa Francesco che non ha voluto incontrare un cardinale di 88 anni pronto ad affrontare un viaggio così lungo per avere udienza… Ogni fedele vuole sperare che il comportamento del nostro Santo Padre sia dettato dal timore di peggiorare la già difficile situazione dei cristiani in Cina per cui meglio non “indispettire” quel regime per amore e carità di quei cristiani che in quel paese, che è di fatto una dittatura, vivono pressochè in costante martirio. Certo che solo la fede e la speranza cristiana di misteriose e per noi incomprensibili “vie del Signore” ci portano a non condannare un siffatto comportamento anche perchè, a questa vicenda, si aggiunge il mancato incontro tra papa Francesco ed il segretario di Stato Usa Mike Pompeo il quale sul sito conservatore First Things aveva palesemente criticato il rinnovo dell’accordo Santa Sede-Cina. Anche questo episodio, quindi, come le risposte ai giornalisti riportate nell’articolo de Il Messaggero, fanno apparire papa Bergoglio come un papa totalmente filo cinese, molto più del comprensibile agire prudente negli equilibri dei poteri planetari cinese ed americano …
La Storia ci svelerà forse in futuro il vero volto delle vicende dei giorni nostri e chissà che non scopriremo, dietro a queste inspiegabili decisioni, una trama che, segretamente, porti al conforto dei cristiani cinesi !